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DECRETO CURA ITALIA: le principali misure previste a sostegno di imprese e cittadini

DECRETO CURA ITALIA: le principali misure previste a sostegno di imprese e cittadini

E’ stato pubblicato il decreto legge “cura-Italia”, il primo provvedimento che contiene una serie di misure economiche e di altro tipo per affrontare l’emergenza per il Coronavirus. Tra gli interventi principali ci sono l’estensione della cassa integrazione a tutte le imprese, la sospensione delle scadenze fiscali e contributive, crediti di imposta per le imprese e molto altro.

Cerchiamo di sintetizzare le principali misure che sono state adottate:

  1. Cassa Integrazione
  2. Aiuti alle famiglie con figli
  3. I permessi 104 per assistere disabili
  4. Quarantena
  5. Indennità da 600 euro per P.IVA
  6. Misure per i professionisti con diversa Cassa Previdenziale
  7. Sospensione dei contributi e dei pagamenti
  8. Sospensione licenziamenti
  9. Premio per il lavoro in sede
  10. Lavoro agile per disabili
  11. Sospensione del mutuo prima casa
  12. Aiuti alle imprese
  13. L’affitto di botteghe e negozi
  14. Credito d’imposta per sanificazione
  15. Rinvio del referendum

Cassa integrazione


Con il decreto viene estesa e semplificata la tutela fornita alle aziende e ai lavoratori dalle varie forme di cassa integrazione. Le aziende che si trovano a operare a regime ridotto a causa della pandemia potranno fare richiesta di cassa integrazione ordinaria semplicemente presentando una normale domanda per l’apertura della procedura, e inserendo nella causale “COVID-19”. Le aziende che non possono ottenere la cassa integrazione ordinaria, in particolare quelle con meno di cinque dipendenti e le ditte individuali, potranno fare richiesta di cassa integrazione in deroga.

Aiuti alle famiglie con figli


I lavoratori dipendenti con figli di età non superiore a 12 anni potranno usufruire di un massimo di 15 giorni di congedo dal lavoro con un’indennità pari al 50 per cento della loro retribuzione normale (il congedo non può essere sfruttato se uno dei due genitori si trova a casa, per sospensione del suo lavoro o perché non lavoratore). Anche alcuni lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS potranno richiedere il congedo.

In alternativa, i genitori potranno richiedere un bonus massimo di 600 euro per acquistare servizi di baby-sitting. Questo bonus potrà essere richiesto anche da lavoratori autonomi iscritti a casse di previdenza diverse dall’INPS. I bonus andranno richiesti con moduli online che saranno messi a disposizione sui sito dell’INPS nei prossimi giorni.

I permessi 104 per assistere disabili


Per chi ha familiari da assistere è possibile ottenere automaticamente dal proprio datore di lavoro i giorni di permesso del congedo “104”  che da 3 passano a 12, per assistere propri congiunti o familiari per il mese di marzo aprile. Questi giorni possono essere utilizzati dal lavoratore in unica soluzione o frazionati esattamente come già accade oggi secondo le stesse regole e gli stessi giustificativi oggi in vigore.

Quarantena


I lavoratori che si trovano in quarantena con sorveglianza attiva, quindi in ospedale, e quelli che si trovano in quarantena domiciliare sono equiparati da tutti i punti di vista ai lavoratori che si trovano in malattia, anche se non hanno manifestato sintomi.

Indennità da 600 euro


I lavoratori autonomi, le partite IVA, i co.co.co, i lavoratori agricoli, gli stagionali impegnati nel settore turistico e termale e i lavoratori dello spettacolo non dipendenti avranno diritto a un’indennità pari a 600 euro per il mese di marzo (e si parla di un secondo assegno ad aprile se la quarantena sarà prorogata). L’assegno sarà richiesto e pagato dall’INPS in modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni.

Misure per i professionisti con diversa Cassa Previdenziale


I professionisti iscritti alle Casse di previdenza, ad ordini o albi professionali potranno richiedere l’erogazione di un’indennità, definita “reddito di ultima istanza”. Per le modalità e la successiva erogazione del bonus, per il quale il decreto legge stanzia complessivi 300 milioni, bisognerà attendere le regole che dovranno essere fissate dal ministero del Lavoro e da quello dell’Economia nei prossimi 30 giorni.

Sospensione dei contributi e dei pagamenti


Il pagamento delle ritenute d’acconto dei contributi previdenziali e assistenziali e delle assicurazioni obbligatorie, sia da parte di lavoratori che da parte delle imprese (a patto che nel precedente anno fiscale abbiano avuto ricavi inferiori a 2 milioni di euro), è sospeso fino al 31 maggio, quando potranno essere saldati in un’unica soluzione oppure in cinque rate.

Sospensione licenziamenti


I licenziamenti sono sospesi per i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del decreto.

Premio per il lavoro in sede


I lavoratori che si sono recati nella sede della propria impresa per lavorare hanno diritto a un bonus pari a un massimo di 100 euro (da rapportare alla giornate effettivamente trascorse nel luogo di lavoro sul totale delle giornate lavorative del mese di marzo).

Lavoro agile per disabili


Le imprese devono dare la «priorità» alla concessione di lavoro agile ai dipendenti disabili o affetti da gravi patologie. Il lavoro agile, inoltre, non può essere rifiutato ai dipendenti che hanno parenti a carico ospitati in strutture per disabili chiuse in seguito alla pandemia.

Sospensione del mutuo prima casa


Lavoratori dipendenti e autonomi possono chiedere la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per nove mesi in presenza di determinate condizioni: perdita del lavoro per i lavoratori subordinati e pare subordinati, cassa integrazione di almeno 30 giorni o riduzione di almeno il 33 per cento di fatturato per i lavoratori autonomi. La sospensione delle rate va richiesta direttamente all’intermediario finanziario che ha erogato il mutuo.

Aiuti alle imprese


Lo stato offrirà nuove garanzie pubbliche sui prestiti richiesti dalle imprese in difficoltà ed espanderà i sistemi di garanzia già esistenti. Ogni singola impresa potrà ricevere fino a 5 milioni di euro in garanzie del Fondo di garanzie per le piccole e medie imprese. Sarà possibile anche ottenere garanzie dirette su singole operazioni di rifinanziamento. Ogni impresa avrà diritto a una copertura pari all’80 per cento per ogni operazione fino a un massimo di 1,5 milioni per impresa. Altre misure specifiche sono state prese per i settori più colpiti dalla crisi (come turismo, ristorazione, sport, logistica e trasporti).

L’affitto di botteghe e negozi


Il decreto riconosce un credito d’imposta del 60% del canone di affitto del mese di marzo 2020 della bottega o del negozio dove e artigiani e commercianti che svolgono la loro attività. Il beneficio fiscale non è riconosciuto a tutte quelle attività che sono rimaste aperte nei giorni di contenimento del contagio ed elencate nel Dpcm dell’11 marzo 2020. Il credito d’imposta sarà spendibile in compensazione e dunque di fatto è un bonus automatico o al massimo rinviato a maggio quando una buona parte di questi contribuenti torneranno a versare, imposte e contributi.

Credito d’imposta per sanificazione


Nessun automatismo, invece, per il credito d’imposta a chi sanifica ambienti di lavoro e attrezzature. Artigiani, commercianti e professionisti, che attiveranno procedure di sanificazione per contenere il contagio da Covid-19, per il periodo d’imposta 2020, è riconosciuto un credito d’imposta del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino ad un massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario. Il limite di spesa stanziato è di 50 milioni di euro per l’anno 2020. Per ottenere il credito bisognerà attendere regole e istruzioni che dovranno essere fissate dal ministero dello Sviluppo economico e dall’economia. Il riferimento all’anno d’imposta 2020 lascia intendere che il credito sarà spendibile con la dichiarazione dei redditi che sarà presentata nel 2021.

Rinvio del referendum

Nel testo spunta il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. La norma era nelle prime bozze, poi era sparita: per evitare rischi di contagio, dà la possibilità di rimandare all’autunno il voto. Il referendum si può indire entro 240 giorni dall’ordinanza che lo ha ammesso: l’ultima data utile sarebbe il 22 novembre.